La città degli uomini

«Ciao, caro Raldo, sono tuo studenti Hafiz, nato Kabul, 1987, afganista, una paeizi numeroze lunga storia…». Comincia così questo splendido libro di Eraldo Affinati che non si sa bene come classificare. Un romanzo? Certo, una storia c’è. Eppure dietro ogni riga, dietro ogni singola parola, si avverte la corposità dell’esperienza. Un racconto autobiografico? Certo, eppure è molto di più: si direbbe che Affinati abbia convogliato anni d’insegnamento nell’alambicco della scrittura per distillarne queste pagine, forti e infuocate come la migliore acquavite. Pagine che ubriacano di lucida passione per la realtà, perché è amore guadagnato con fatica: desiderato, voluto, combattuto e solo alla fine conquistato.
La città dei ragazzi ne racconta tante, di storie. Ci sono Shafa e Fazil, saliti su un aereo dal Corno d’Africa, c’è Petrit che è scappato da Valona, Sardar che è stato in un carcere turco, Peppino che la legge ha allontanato dalla madre, Costantin di sedici anni, intelligenza superiore e ambizioni smodate; e poi Zoltan, Mihai, Karim, Andrej, Khuda… [Continua »]


Per un’Elena

Elena di Troia

«A Platres non ti fanno dormire gli usignoli»

Usignolo pudico,
tu doni, nel respiro delle foglie,
la musica rugiada della selva
ai separati corpi, all’anima
di chi sa bene che non tornerà.

Cieca voce, che tenti,
nella memoria dove annota,
passi e gesti – non oso dire baci –
e l’amaro tumulto della schiava esacerbata. [Continua »]


Nuova playlist di BombaCinema

alta fedeltà

Risate e musica, suggestioni dall’oriente e momenti drammatici durante l’ultimo incontro di BombaCinema: qui potete vedere la playlist delle scene commentate insieme.

In attesa del prossimo laboratorio, giovedì 28 febbraio alle 19.00, sul tema “Cinema che parla di cinema”.

Questi i film proposti:

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Cosa c’entra l’uomo del ‘400 con noi? (intervista a Franco Cardini)

Il Signore della paura, l’ultimo libro di Franco Cardini, è un romanzo storico che ci porta sulla via della seta agli inizi del ‘400. Sono protagonisti tre cavalieri che viaggiano per incontrare Tamerlano e lungo la strada fanno i conti con le tensioni profonde che danno forma al loro essere e al loro destino. La ricchezza culturale, umana e spirituale di questo libro mi hanno spinto nel giugno del 2007 a incontrare l’autore per intervistarlo in vista di una puntata di CultBook dedicata a questo romanzo. Ecco la trascrizione completa dell’intervista che credo molto interessante.

Il primo personaggio che incontriamo è Vieri di Buondelmonti. Chi è e come nasce questo personaggio?

Vieri de Buondelmonti è probabilmente il protagonista de Il Signore della Paura. Dico probabilmente perché ce ne sono altri. Certamente è il primo personaggio che si incontra. Un giovane, ma non poi tantissimo, quasi trentenne, figlio di una nobilissima famiglia fiorentina guelfa, un uomo cresciuto in mezzo agli odi, alle vendette e all’orgoglio familiare. Vieri è roso da un’ombra, forse da un rimorso, da qualcosa che scatta quando, all’inizio del romanzo, nella Pasqua del 1403, dalle sue terre dell’Impruneta, dominate dal Santuario della Vergine che protegge Firenze, emerge una candida statua di Venere. Pare un annunzio dell’Umanesimo che sta per invadere la città ma, al tempo stesso, è qualcosa che si impadronisce dell’animo di Vieri e lo spinge a fuggire dalla sua città, diretto verso un oriente che è al tempo assolutamente misterioso, l’oriente dominato dal Signore della Paura, da Timur, quello che noi chiamiamo Tamerlano, questo grande principe Tartaro che fra 300 e 400 ha minacciato di conquistare l’intera Asia.

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Gas-o-line n° 76 – Gennaio 2008

Cari Bombers, è stato pubblicato sul sito l’ultimo numero della e-zine di BombaCarta: il numero 76 di Gas-o-line, il primo del 2008.

Lo trovate, come al solito insieme a tutti gli arretrati di Gas-o-line, nella pagina dedicata a Gas-o-line all’interno del sito: https://bombacarta.com/gas-o-line/.

Il numero del mese di gennaio contiene le seguenti rubriche:

  1. Editoriale, di Antonio Spadaro
  2. Poesia, di Anna Maria Bonfiglio
  3. i Racconti del mese, di Manuela Perrone & Toni La Malfa
  4. Pietre di scarto, di Katia Marino
  5. Discussioni, a cura di Rosa Elisa Giangoia
  6. Dieci anni di BombaCarta, a cura di Rosa Elisa Giangoia

Un saluto a tutti e buona lettura!


La poesia di Rowan Williams: la concretezza e il divino

La concretezza è una delle basi forti della poetica di Rowan Williams* (La dodicesima notte, Milano, Ancora, 2008), nel senso che lo sguardo rivolto alla materia della vita è un modo di discernere il mistero nell’infinita trama del finito, del concreto. Da questa concretezza sprizza il pensiero e l’intuizione, spesso del tutto lasciata al lettore che percepisce l’effetto di un’ispirazione così frastagliata, che dispone il testo a letture infinite e continue, ricorsive. Qual è il modello di questa concretezza? Cosa ispira visivamente la poesia di Williams?

Certamente il suo paesaggio gallese di origine. È questo il «correlativo oggettivo», per dirla con Eliot – al quale Williams comunque si inspira – dei suoi versi. La sua è un lingua ruvida (rough) come la brughiera, dura (hard) come la pietra asciutta (drystone), testarda (stubborn), tracimante (swelling) come i ruscelli (streams). [Continua »]