Il mio incontro con i ragazzi di Eraldo Affinati

Dico proprio così… perché nell’intervista di Eraldo per La Compagnia del Libro, è come se lui mi avesse portato davanti alla telecamera tutte le storie di tutti i suoi ragazzi de La Città dei ragazzi uno dei più bei romanzi-non romanzi che ho letto in questi ultimi anni. Per questo vale la pena di guardarci insieme la parte della sua intervista che ho caricato sul sito del programma, lì dove Eraldo parla di loro e dove c’è un ulteriore filmato in cui lo vediamo all’opera proprio in quella comunità. Quando diciamo di una letteratura che incontra che è vita ecco… questo è il migliore spot. Continua la lettura e guarda l’intervista su www.lacompagniadellibro.tv


La freschezza più cara: Gerard Manley Hopkins

Gerard Manley HOPKINS, La freschezza più cara. Poesie scelte, a cura di Antonio Spadaro, Milano, Rizzoli, 2008, pp. 224, euro 9,50.

Leggere un poeta significa assumere il suo sguardo sulle cose, sulla realtà, sulla vita. La capacità di saper vedere ciò che ci circonda, intuendone senso e valore, è un’abilità non scontata. Richiede cura, attenzione, formazione. La potenza dirompente dei versi di Gerard Manley Hopkins consiste innanzitutto nella sua capacità di modificare lo sguardo del lettore, nel suo appello a sentire e gustare ogni cosa nella sua assoluta unicità.

Hopkins è considerato a ragione uno dei fondatori della poesia inglese moderna. Lo sguardo del poeta, sebbene maturato al crogiuolo di una sofferenza profonda, è tutto teso a scoprire la freschezza fiammeggiante che vive in fondo alle cose. La sua Opera è stata definita da Attilio Bertolucci un «piccolo pacco d’esplosivo ad alto potenziale». Hopkins mirava a estrarre dalle parole il più possibile senza lasciarsi ostacolare dalle regole della grammatica, della sintassi e dell’uso comune.

Hopkins è di una modernità sconcertante, capace di esercitare un forte impatto su poeti contemporanei quali Wystan Hugh Auden, il premio Nobel Seamus Heaney, Robert Lowell, Sylvia Plath, Dylan Thomas, Elizabeth Bishop, solo per [Continua »]


Italia 2 – Viaggio nel paese che abbiamo inventato

il-mulino-delle-pileDa poco uscito per Minimum fax, Italia 2 è la storia del viaggio intrapreso da Cristiano De Majo e Fabio Viola attraverso alcuni luoghi “simbolici” del nostro Paese. I due autori partono da Roma per raggiungere prima il Mulino delle Pile di Chiusdino, ovvero il mitico Mulino Bianco, e successivamente Cogne, Damanhur, San Giovanni Rotondo, la Risiera di San Sabba, Predappio, i Castelli Romani, Venezia, Matera. Si tratta di un viaggio che è il preludio a un altro viaggio: Cristiano, infatti, tornerà a Napoli, mentre Fabio andrà ad insegnare italiano in Giappone. Detto così, potrebbe sembrare il reportage di due intellettualoidi italiani che vogliono ripeterci per l’ennesima volta che viviamo nella cultura dell’immagine e che il nostro paese è impazzito. In realtà, quella di De Majo e Viola è una cronaca divertita, elegantemente canzonatoria, a volte anche demenziale, che permette al lettore di conoscere personaggi e luoghi poco conosciuti. Come la Federazione di Damanhur, forse la tappa più divertente di tutto il viaggio.  [Continua »]


Il denaro fa la felicità?

Apro il portafoglio ma dentro non vi trovo nulla, solo scontrini accartocciati, monetine, fidelity card… poco male, non importa, perchè ho un Bancomat che è anche Visa Electron, una carta di credito Corporate, due carte di credito appoggiate sul mio conto personale e una Visa ricaricabile per gli acquisti via internet. Ma non basta, ho anche il libretto degli assegni…non si sa mai. Alle volte mi domando: “e se non avessi nient’altro che denaro e rimanessi senza, cosa farei?”.

Beh probabilmente starei più attenta perchè in quel caso se rimanessi senza benzina dovrei spingere la macchina. Oggi senza soldi o senza carte se ti capita qualcosa di imprevisto, non fai nulla e non sei nessuno. ma avere la carta o le carte di credito non significa automaticamente avere molto soldi in banca. Anzi conosco persone ricchissime che vanno ancora in giro con i rotolini di banconote in tasca e che pagano l’autostrada in contanti.

Avere le carte significa essere “finanziariamente evoluti” ed avere la certezza quasi matematica che in un modo o nell’altro se ti capita un imprevisto [Continua »]


Viaggio attraverso l’Eneide X

Il canto si apre con il concilio degli dei sull’Olimpo, sotto la presidenza di Giove, il quale, dolendosi della guerra scatenata tra Italici e Troiani, rivolge un invito, mirato a Giunone, a desistere dalle ire. Risponde Venere, rammaricandosi per la guerra che minaccia i Troiani, mentre Aeneas ignarus abest: ignarus et absit (v. 85), pur dopo tante assicurazioni divine sul destino che attende lui e i suoi compagni in Italia. Ella ricorda tutte le azioni a loro ostili provocate da Giunone e prega Giove che almeno Ascanio sia salvo. Giunone replica vivamente adirata. Ella getta su Enea la colpa di essersi allontanato dal campo, grida che i Latini hanno tutte le ragioni di difendere la loro terra contro gli invasori,  e conclude col dire che la causa delle sventure troiane è stata proprio Venere, che ha provocato, con l’oltraggio di Paride a Menelao, la guerra degli Achei contro Troia. [Continua »]


Traversate

Ho il piacere di segnalare l’uscita di:

François VARILLON, Traversate di un credente, Milano, Jaca Book, 2008
(con un saggio introduttivo di Quentin Dupont S.I. e Antonio Spadaro S.I.)

François Varillon, gesuita, uomo di grande cultura, nel quale teologia e poesia, filosofia e musica, mistica e impegno di vita si rispondono a vicenda, ha segnato in maniera duratura generazioni di cristiani grazie alla pedagogia e alla densità del suo modo di considerare il mistero cristiano. La sua scrittura è caratterizzata da un’intensa vitalità, espressione radicale di un modo di essere nel mondo segnato dall’ottimismo cristiano, capace di amare la realtà e la vita per quello che sono, in se stesse. Le pennellate di Varillon e la sua prosa guizzante fanno comprendere ciò che egli stesso ha dichiarato: «Vivo più di intuizione che di intelligenza», cioè quella che «I filosofi denominano l’Intuizione e i poeti il Lampo». E questo lampo illumina la realtà. Uno degli effetti più sorprendenti e attuali della visione di Varillon è infatti la sua capacità di valorizzazione di tutto ciò che è umano.

Varillon illustra la profondità del suo pensiero con citazioni e narrazioni illuminanti, convogliando la sua passione per la letteratura, la musica e la pittura in una tensione [Continua »]


Terra e sottoterra

Quando penso alla terra penso innanzitutto a una manciata di terra, alla terra marrone scuro. Precisamente color “terra di Siena bruciata“. Da ragazzino dipingevo a tempera e ad olio. Mi colpiva molto questo nome: color terra innanzitutto. Ma non si poteva dire semplicemente “marrone”? Non ho mai capito bene che tipo di colore sia il marrone. Non ho neanche capito se mi piace o no. Devo constatare che in questo momento indosso un maglione marrone. Certo dire “color terra” è molto evocativo, come fosse evocativo di una cosa che tutti sanno e che nessuno ormai vede, se non [Continua »]