Voglio un Paradiso a colori

Sarà perché stiamo pensando tanto ai colori.
Sarà perché sul balcone della camera da pranzo, dove ho l’unico angolo quasi totalmente mio col computer e libri disordinatamente accatastati, sono fioriti bellissimi gerani di varie tonalità di rosso che risaltano tra il verde intenso e qualche spruzzatina di giallo delle foglie, e l’ocra caldo dei vasi.
Sarà il verde tenero e lucido di una piccola pianta di peperoncini che, nata spontaneamente, è fiorita in breve tempo ed ha prodotto un unico piccolo peperoncino: lo controllo di tanto in tanto, come il piccolo principe la sua rosa, per vedere che gli sbalzi di temperatura non lo facciano appassire.
Sarà per questo, mi sono detta, che nel primo incontro di Officina sui colori, quando si è parlato dei colori della Divina Commedia, ho avuto una strana sensazione: un’attrazione istintiva per il purgatorio che si apre con il per dispiegarsi in tutta una varietà di colori e di toni, quasi mai violenti, direi mantenuti dentro le tinte pastello, un forte interesse per il realismo dell’inferno, che, pur giocato tutto sull’oscurità, suggerisce varie tinte negli aggettivi che riguardano altri campi sensoriali, ed uno scarso interesse per la luce assoluta del paradiso. [Continua »]


Roberto Benigni e “Tutto Dante”

Prima le risate e poi Dante

Venerdì sera, 24 Novembre, il PalaCalafiore di Reggio Calabria ha ospitato il tanto atteso Benigni-show, lo spettacolo dal titolo “Tutto Dante” dell’illustre comico fiorentino, che ha letteralmente stregato il pubblico di Reggio Calabria.

Inizia così l’articolo apparso ieri sulla Cronaca di Reggio del quotidiano Gazzetta del Sud: “A tratti, quando Roberto Benigni recita i versi di Dante, il PalaCalafiore somiglia ad una cattedrale. Il pubblico ascolta e si lascia coinvolgere, ma resta in religioso silenzio. Ma Benigni diverte tanto nella prima parte dello spettacolo quando prepara la sua singolare recita della Divina Commedia. Manda simpaticamente il giovanissimo sindaco Giuseppe Scopelliti nel girone dei lussuriosi, ironizza sul governatore regionale Agazio Loiero, che definisce Arnold Schwarzenegger (“non è forse la Calabria la California d’Italia?”), tira in ballo Silvio Berlusconi a proposito del ponte sullo Stretto, esalta i ragazzi di Locri. Insomma un vero tornado di classe e simpatia. Parla molto della Calabria e dei Calabresi, dice di voler bene all’una e agli altri. “La Calabria è una terra erotica” afferma. Benigni, insomma, coinvolge un pubblico pronto ad applaudirlo lungo il percorso delle sue continue felici battute e ad ascoltarlo attentamente mentre recita Dante [….]”.

Pochissimi minuti [Continua »]


I choose red

I choose red when I buy kitchen tools or a diary so I can find it easily. I see red sometimes when I close my eyes before sleeping and concentrate on the colours behind my eyes. I like red. As you say it has to be DEALT with and does not lie sleeping, waiting to be ignored.


Traiettorie

Il rosso per la sua intensità cromatica si impone all’occhio, stabilisce prepotentemente un contatto, satura l’aria con la sua presenza ribollente. Nella foto Traiettorie di Antonio Spadaro le antenne rimbalzano l’energia vitale di un cielo che non si rassegna al buio della notte. La cupola di San Pietro e’il centro propulsore di traiettorie invisibili e potenti.


Sensation

Anche in Sensation di Andrew Rutt il rosso si autocomunica: il potere di Giulio II, l’adorazione di Maria, l’interno della National Gallery – dove il colore si fa simbolo di rappresentanza e autorevolezza – sono presenze tangibili e avvolgenti. L’onda vitale del rosso investe lo spettatore a tal punto da portarlo a riconoscere il limite, il vulnus, la propria incompiutezza. Il rosso, per la sua caratteristica intrinseca di dare forma all’eccesso, spinge paradossalmente fino alla soglia, accompagna alla frontiera.


Teatro delle orge e dei misteri

Chi questa soglia non vuole accettarla è l’artista viennese Hermann Nitsch. Le Azioni del suo Teatro delle orge e dei misteri vogliono farsi artefici di rigenerazioni e catarsi, rappresentando il sacrificio inteso come dionisiaco annullamento di sè. Il rosso in questo caso è il colore del sangue e delle interiora di animali squartati.
Il sangue si fa vita che esce dalla pelle: vita che non muore e si ricompone in una personalità rinnovata attraverso un processo orgiastico di liberazione.
Ma se l’estremo dono di sè non nasce dall’amore e non è sacrificio PER un altro, smorza le sue potenzialità dirompenti e si fa mera metamorfosi: alla fine, cioè, ritorno dell’identico.


Scendendo il fiume

A mezzogiorno piove e così la neve si scioglie,
invece al tramonto, mentre me ne sto sulla riva a osservare
la barca che si avvicina lontano con la corrente,
viene giù pioggia mista a neve….Scendiamo il fiume,
tenendoci vicino a una macchia di salici violetti. I vogatori
ci dicono che neanche dieci minuti fa un ragazzo su un carro
si è salvato da un sicuro annegamento aggrappandosia un salice; la sua pariglia invece è affondata…
I rami spogli dei salici si protendono sull’acqua
con un fruscio, il fiume di colpo si fa scuro… Se
scoppia un temporale dovremo passare la notte tra
i salici e alla fine annegare, e allora perché non proseguire?
Mettiamo la questione ai voti e decidiamo di andare avanti.

Anton Cechov, “Attraversando la Siberia