La parola è “graziosa”…

Dopo aver letto l’ultimo libro di Antonio Spadaro, La grazia della parola (Jaca Book), il saggio in cui riflette sulle considerazioni sulla poesia del teologo Karl Rahner, mi sono chiesta che cosa Spadaro avesse voluto in qualche modo comunicare a noi di BombaCarta con questo testo così ricco e profondo.

Ho provato a darmi qualche risposta. Penso che innanzitutto abbia voluto sottolineare il valore della parola, rimarcandone quella sacralità che le deriva dall’essere luogo e mezzo d’incontro tra Dio e l’uomo. Dio che si è rivelato nella storia non attraverso immagini o suoni, ma tramite parole.

Sottolineare questo può essere anche un implicito invito a leggere (o rileggere) il saggio fondamentale di Rahner, Uditori della parola (Borla 1967), in cui il teologo individua Dio come l’Essere che può liberamente manifestare la sua vita intima, impossibile da conoscere in altro modo, e l’uomo come essere storico, che per sua propria costituzione ontologica è in grado di ascoltare un’eventuale rivelazione nella storia, il che lo rende appunto “uditore della parola”.

Possiamo quindi comprendere che l’arte della parola, ovvero la parola che si fa arte, cioè poesia, si colloca in questa smisurata apertura di compasso tra l’uomo e Dio. Da questo discende quella possibilità che Spadaro individua di fare alcune affermazioni di grande forza e di notevole rilievo: la parola “ha il potere di nominare l’innominabile. Il vero poeta nomina l’innominabile e ogni vero uditore di questa parola ascolta il silenzio. […] la parola evoca ciò che nomina e lo fa scaturire dal fondo dal quale proviene e nel quale rimane nascosta” [Continua »]


Rosso

Rosso. Coloratus in latino significa tanto «rosso» quanto «colorato». Così lo spagnolo tinto.

Sembra che il colore per eccellenza sia il rosso. Perchè?

I pigmenti rossi pare che siano i più disponibili in natura e d’altra parte il rosso è un colore non non si trova facilmente nell’ambiente come invece il verde o il blu o il marrone… Rosso è il colore del potere ma anche il colore della rivoluzione; è il colore dell’imperatore e della prostituta; è il colore del martirio e quello della lussuria. Tutto questo fa riflettere. Il colore per eccellenza è quello che si distingue, che segna una discontinuità, una frattura.

Perchè mi rendo conto che una cosa è colorata? Perchè si distingue. In genere non mi accorgo che la gente per strada è vestita a colori. Non ci penso. Mi accorgo però se una persona indossa vestiti di colore sgargiante, acceso. E cosa c’è di più acceso del rosso, il colore del fuoco? “Nel rosso si dispiega il fuoco”, ha scritto Goethe. Esso “agisce nell’interiorità in modo vitalissimo, vivace e irrequieto”, prosegue W. Kandinsky.

Insomma pare che “colore” sia ciò che si distingue e si staglia su uno sfondo, ciò che infrange l’omogeneo, l’indistinto, il neutro. Il colore individua, mi fa prendere coscienza dell’esistenza di altro da me. Sveglia la mia coscienza e mi impone ciò che altro da me. Ed è proprio il rosso – in quanto colore squillante, sonoro, capace di richiamare o addirittura di destare (cioè “svegliare”) l’attenzione – che ci aiuta a fare questa considerazione più generale.

In un colore non ci si può incontrare: lo si può contemplare, amare, odiare. Lo si può ascoltare. Il colore rompe dunque la nostra solitudine e ci fa gioire o dolere di una presenza. Il rosso, in particolare, non ammette indifferenze, a meno che non lo si stemperi con altro, come ad esempio con il nero, che lo attutisce e lo appiattisce, spegnendolo. Non ci aiuta però a dialogare, a venire a patti. A meno che il dialogo non sia inteso non come una fusione di colori e accentuazioni differenti, bensì come un patchwork, un accostamento di pezze di colore differente.

Ma che cosa significa parlarsi, dialogare? Significa trovare una zona di colore tenue, attutita, umile, di incontro o viver un accostamento, talora brusco e sorprendete o addirittura spiazzante, di colori ancora del tutto accesi?


Un bel romanzo

schmitt_ericIl formidabile protagonista del nuovo romanzo di Eric-Emmanuel Schmitt, fortunato autore del recente Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, è Oscar un bambino di dieci anni, malato terminale di leucemia. Che morirà presto nessuno glielo dice ma proprio questo glielo fa capire. Tutti mentono e non dicono le cose come stanno, perché “..se dici “morire” in un ospedale, nessuno sente. Puoi star sicuro che ci sarà un vuoto d’aria e che si parlerà d’altro”. Tutti mentono, soprattutto gli adulti e, in primis, quei “vigliacchi” dei suoi genitori. Per fortuna c’è Nonna Rosa.

Così Oscar chiama, a causa dell’età avanzata, la dama di carità che come molte sue colleghe francesi, col tipico camice rosa, assiste volontariamente i malati terminali. Nonna Rosa è per Oscar la Verità. [Continua »]


Il potere e la gloria

filmIl potere e la gloria, scritto dal cattolico inglese Graham Greene nel 1940, a seguito del suo viaggio in Messico, è un libro “sanamente” scandaloso (non a caso all’epoca fu messo all’indice dal Sant’Uffizio): le peripezie di questo prete, di cui l’autore non indica nemmeno il nome, vigliacco e peccatore, possono tranquillamente turbare la coscienza dei cattolici più chiusi e rigidi. Eppure ci troviamo di fronte ad uno dei grandi romanzi cattolici del ‘900. [Continua »]


I Racconti di Padre Brown

Chesterton

“Quando Chesterton scrive un racconto poliziesco scrive qualcosa che va al di là di quel genere, che non ha d’altra parte niente di disonorevole, visto che fu inventato da Poe e coltivato da Dickens. Ma i racconti di Chesterton sono anche altro: intanto qualcosa come un quadro, poi come un dramma, infine come una parabola. E i suoi paesaggi, e i suoi personaggi che appaiono come attori al momento di entrare in scena, sempre così vivi, evidenti”.

La riflessione è forse del più grande estimatore dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton e dei suoi racconti polizieschi, il poeta argentino Borges…
il poeta argentino Borges che di quei racconti profetizzò anche l’immortalità: “nei suoi racconti è sempre suggerita una spiegazione magica, grazie alla quale se il genere poliziesco morrà – cosa non impossibile, dato che il destino dei generi letterari sembra sia quello di sparire – i racconti di Chesterton saranno ancora letti in virtù della poesia che racchiudono e di quella magia”. [Continua »]


I colori di una federazione: 27-29 ottobre 2006

Dal 27 sera al 29 ottobre si è svolto a Roma l’incontro annuale della Federazione BombaCarta. Grande la ricchezza dell’esperienza vissuta. Sono stati splendidi giorni nei quali abbiamo condiviso storie e passioni (che insieme fanno l’esperienza).

Riportiamo un articolo tratto da Romasette che ha anticipato l’incontro.

Colori. Quello che forse più ci colpisce del visibile, i raggi solari che diventano oggetti, luce, movimento. È questo il tema che accompagnerà, per il 2006-2007, gli amici di BombaCarta, associazione per «l’esercizio e la riflessione sull’espressione creativa», come recita il sottotitolo nella home page del sito internet, fondata dal gesuita padre Antonio Spadaro. «È un “tema generatore” – dice a proposito dell’argomento scelto per il nuovo anno –. Non è un rigido binario lungo cui portare avanti le discussioni, ma serve a ispirare il lavoro futuro». Secondo padre Spadaro, si tratta di «un ponte interessante per comprendere la realtà: essa ci si manifesta attraverso il colore, che invece spesso è visto come qualcosa di accessorio, come un belletto». [Continua »]