Libertà!

La colomba leggera, che nel suo libero volo fendendo l’aria la sente resistere, potrebbe pensare che volerebbe ancora meglio nello spazio vuoto.

“Le retour”, 1950, René Magritte

Nello scorso editoriale si è parlato d’aria e di come la sua assenza o abbondanza possano cambiare la direzione delle barche e non solo. Nella frase iniziale estratta da “Critica della ragion pura”, Kant afferma che proprio quello che potrebbe ostacolare il volo della colomba, il vento, in realtà ne è il supporto, la guida, la spinta.

Allo stesso modo ci sono nel mondo, fisico e morale, dei vincoli e delle leggi che potrebbero mostrarsi come degli impedimenti ma che si rivelano una solida base della realtà.

In questo percorso di ricerca dell’invisibile non poteva mancare una delle cose su cui tutti – filosofi, fisici, matematici, medici, politici, marinai, registi, poeti, scrittori – hanno ragionato e inseguito: la libertà.

La mia libertà finisce dove inizia la tua

Questa frase lascia già trapelare quanto il limite tra visibile ed invisibile della libertà sia labile. Essa, infatti, è confinata all’interno di uno spazio preciso definito non solo dall’individuo ma soprattutto dagli altri che lo circondano.

Quanto è libertà se dipende da qualcosa esterno a noi stessi?

Leggi il resto »

BombaCalendario

Officina di espressioni creative
Sabato 21 giugno: ore 15.00-18.00
Via di Porta Pinciana, n. 1 (Roma)
Tema: Cercare l’invisibile – La libertà
Laboratorio di lettura O’Connor
Giovedì 19 giugno: ore 19.00-20.30

Seguici su

[Report] Officina di maggio 2025

Nella ricerca dell’invisibilità che ha caratterizzato la stagione di BombaCarta 2024/2025 ci siamo imbattuti in aria e acqua, due elementi che si intrecciano profondamente con il tema dell’anno. In primo luogo, infatti, aria e acqua – pur essendo intorno a noi e fondamentali per la nostra esistenza – sono elementi non sempre facilmente percepibili, soprattutto a causa della loro trasparenza. Sono altresì elementi dei quali tendiamo a renderci conto soprattutto nel momento della loro assenza: pensiamo al venir meno del respiro o all’esigenza della sete.

Sono, infine, elementi soggetti a trasformazioni, in continuo cambiamento, che in determinati momenti possono a loro volta celare, rendere invisibili forme e oggetti. Si tratta quindi di approfondire una doppia invisibilità di aria e acqua, nel senso di caratteristica propria così come di ciò che si trova nascosto al loro interno.

[Continua »]

Officina “Aria e acqua” – pensieri sparsi

Molto densa l’Officina di sabato 17 maggio sul tema “Aria e acqua”. Molto stimolante.

Ecco qui di seguito qualche spunto che mi ha ispirato l’avervi partecipato.

Si è parlato molto di mare e anche dei suoi colori, così è riaffiorata alla memoria una poesia che fu al centro di una “antica” Officina (per ritrovare il testo l’ho dovuta richiedere ad Antonio Spadaro):

[Continua »]

Essere, o non essere, sé stessi

Ha trascorso tutta la sua vita incarnando il profilo del perfetto maggiordomo: impeccabile, fedele, impassibile e distaccato da qualunque evento, effimero o epocale, che gli accadesse intorno… Al tramonto della vita, l’ormai anziano Mr. Stevens, protagonista del romanzo Quel che resta del giorno, si accorge con rammarico di essere stato un eccellente servitore ma forse di non essere mai stato sé stesso, con le proprie emozioni (sempre accuratamente celate come dovrebbe fare un perfetto maggiordomo), i propri sentimenti (mai realmente indagati), le proprie opinioni (di fatto, inesistenti) e, soprattutto, con i propri errori. Dice infatti Mr. Stevens:

Non posso nemmeno affermare di aver commesso i miei propri errori.  E davvero – uno deve chiedersi – quale dignità vi è in questo?

Fuori era un perfetto maggiordomo, ma dentro chi era veramente? Chi avrebbe voluto essere? Forse non se lo è mai chiesto, non ha mai scelto chi essere dentro, e non solo fuori, eppure, in un istante si rende conto di averne terribilmente bisogno. Avere il coraggio di fare delle scelte, di tentare un percorso, di fare esperienze e, perché no, di compiere i propri “errori” (qualunque cosa si intenda con essi- cosa è un errore, non nella grammatica, ma nella vita?) è come l’acqua e l’aria: è essenziale per vivere davvero.

[Continua »]

Aria e acqua

Invisibile non è sinonimo di immateriale e nemmeno di impercettibile. Dove la vista – il nostro senso meglio sviluppato – non arriva, non è detto che non possano però giungere gli altri sensi. Non vediamo gli odori nel nostro naso, la brezza che ci accarezza la pelle, l’aria nei nostri polmoni, ma dubitare della loro esistenza non è neanche immaginabile. 

Ma non solo: i venti sostengono il volo degli aerei e permettono alle barche di muoversi, l’aria rende possibile la vita e così ridiventa in qualche modo visibile grazie ai suoi effetti. Per questo l’aria è per l’umanità il simbolo, l’esempio più concreto di tutto ciò che, seppur non osservabile, ha comunque conseguenze innegabili nelle nostre esistenze.

Leggi il resto »

[Report] Officina di aprile 2025

Nell’ambito dello sviluppo del tema annuale, “Cercare l’invisibile”, il binomio costituito dal dentro e dal fuori consente di indagare differenti tipologie di invisibilità, in dialogo tra loro. Se appare di maggior evidenza l’occultamento di “ciò che è dentro” (dentro una scatola, dentro una stanza chiusa, dentro un giardino murato…), più difficile può sembrare l’individuazione di “ciò che è fuori”. Eppure, “il dentro e il fuori” risultano quali elementi in costante dialogo reciproco: se un muro nasconde quel che si colloca al di là dello stesso, tale evidenza assume carattere di verità sia in un senso che nell’altro. Di conseguenza, potremmo dire che come ciò che è dentro risulta invisibile all’esterno, ugualmente ciò che è fuori risulta invisibile all’interno. Ecco dunque che parlare di “dentro e fuori”, diviene una questione di confine: potremmo similmente parlare di “al di là e al di qua”.

Secondo tale prospettiva, può risultare significativo un ulteriore binomio: lo specchio e la finestra. Se il primo consente al soggetto di guardare se stesso, volgendosi dunque all’interno, la seconda permette invece di osservare al di là del confine tra dentro e fuori. Lo specchio ci mostra le cose che sono al di qua, la finestra quelle che sono al di là. Lo specchio è superficie riflettente, la finestra è apertura sulle cose. Entrambi, talvolta, si possono rompere.

[Continua »]

[Report] Officina di marzo 2025

Il tema di ciò che si perde si inserisce perfettamente nel solco di quella ricerca dell’invisibile che caratterizza l’anno di BombaCarta. Le “cose smarrite” nel tempo e nello spazio, d’altronde, appartengono alla sfera di ciò che esiste in un altrove, sottratto alla vista del soggetto. Eppure, proprio nel soggetto, trovano una loro eco, una risonanza, un’impronta, una differente rappresentazione di ciò che furono, sono o saranno. Durante l’Officina abbiamo cercato di indagare il rapporto tra chi perde qualcosa e la cosa smarrita, declinando al contempo “quel che si perde” nelle diversificate possibili categorie e significati che ognuno può esperire nel corso della propria esistenza.

[Continua »]