Lo scheletro
Viva la vita
Mentre noi dunque si beve, tutti in estasi in mezzo a quel lusso, arriva uno schiavo con uno scheletro d’argento, articolato in modo che le sue giunture e vertebre erano disnodate e flessibili in ogni senso. Come lo getta sulla tavola una prima e una seconda volta, e la catena guizzante assume pose diverse, Trimalcione commenta: «Ahi, che miseri siamo, che nulla a pesarlo è l’ometto! Così saremo tutti quel giorno che l’Orco ci involi. Perciò viva la vita, finché si può star bene.
È Petronio, nel capitolo 34 del suo Satyricon, ad aprire l’editoriale di questo mese sullo scheletro introducendo uno strano oggetto, la larva argentea. Detta anche larva convivialis si tratta di un piccolo manufatto in bronzo o argento che faceva la sua comparsa nei banchetti e nei momenti conviviali dell’antica Roma. Una presenza con il compito di ricordare a tutti che, prima o poi, si deve morire. Un monito a non esagerare con le libagioni ma anche una semplice esortazione a ricordare che la vita è breve. E che va assaporata in tutte le sue dimensioni.
[Continua »]