La mia "storia infinita" di letture
Mi sono chiesta spesso il motivo per cui rileggo volentieri libri già letti, una seconda o una terza o anche un’ennesima volta, e ho trovato in me varie risposte: ho bisogno di essere rassicurata, il nuovo mi spaventa con le sue incognite, in un libro già letto mi muovo come in un territorio conosciuto, in una storia di cui conosco lo svolgimento e la conclusione, … desidero rinnovare sensazioni, emozioni già provate….
Sono risposte che non mi convincono, pur avendo in sé una parte di verità, perché sono curiosa verso il nuovo, mi piace scommettere su un progetto che ho costruito da sola o insieme ad altri, affrontare le incognite della realizzazione sia pure con lo sguardo volto sempre alle possibilità positive: mi piace vedere nel seme la pianta o l’albero che possono nascere, evidenziare in una persona che apparentemente non ha qualità eccezionali, possibilità preziose che intuisco, anche se non mi nascondo le difficoltà e gli ostacoli che potranno forse deludere le mie aspettative.
Tanti i motivi.
Poi ho cominciato a riflettere su che cosa mi spinge a riprendere in mano un “vecchio” libro e mi è apparso chiaro che non è certo un’idea, anche bella ma astratta a darmi l’input, non una riflessione profonda che ricordo, ma piuttosto le emozioni, impressioni, sensazioni ad esse collegate: non è tutto un libro a tornarmi in mente e spingermi a riprenderlo in mano, ma quasi sempre singole parti, passaggi, parole, anche in un contesto che giudico magari non di grande valore.
Per questo ho talvolta difficoltà a ritrovare un passo, una frase, che non ricordo dove [Continua »]