di
Elena Buia -
pubblicato il 16 Gennaio 2008
Esce in Italia la prima traduzione mondiale delle poesie di Rowan Williams, primate anglicano. Parole ruvide ed essenziali come le pietre della brughiera gallese
Copertina del libro
curatore:
Antonio SPADARO S.I.
traduttori: Andrew RUTT ed Elena BUIA RUTT
editore: Ancora
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Intitolata La dodicesima notte, esce oggi, per la casa editrice Ancora, la prima traduzione mondiale della raccolta di poesie di Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury e primate anglicano. La prefazione di Antonio Spadaro, critico letterario de “La Civiltà Cattolica”, è un saggio articolato e profondo che, fin dal titolo (Come leggere la poesia di Rowan Williams), intende guidare il lettore in quel percorso accidentato e imprevedibile che la fruizione di queste liriche comporta. “Chi si accosta a questi versi per la prima volta – scrive il gesuita – resta sconcertato e deve accettare un intenso e paziente lavoro di scavo per restare fedele alla pagina. Allora vedrà il testo cominciare a schiudersi o, meglio, a “fratturarsi”.
Inaspettato lo stile, spiazzante il contenuto: tradurre la poesia di Williams ha implicato ascolto e assenso profondi a una spiritualità di forti tensioni. Le parole del poeta, infatti, sono ruvide, essenziali, perentorie come le pietre della brughiera gallese, sua terra d’origine. Si tratta di una poesia visiva che accumula nel singolo verso numerosi verbi e aggettivi, per scolpire, intagliare, plasmare un paesaggio fisico, da cui, ad un primo accostamento, il divino sembra escluso. Il lettore si trova catapultato tra ruscelli selvaggi, piogge insistenti, pietre aride, periferie desolate, al cospetto di un’umanità indurita e logorata.
L’asprezza dei versi [Continua »]