Pugni & Strega, stridono i Nirvana.
«No, il vero dramma è che da un momento all’altro si era rotto l’incantesimo. Da un momento all’altro, dopo quella serie che mi aveva attaccato alle corde, i rumori e le grida e le voci e tutto il resto mi erano tornati addosso come un treno merci, e i colpi non li vedevo più al rallentatore, non avevo quella sensazione quasi magica che mi permetteva di giocherellare con i miei avversari, quella sorta di sguardo rallentato che mi faceva vedere i colpi non prima che partissero ma mentre ancora erano in movimento, e agire di conseguenza. D’un tratto la realtà si era ricomposta là davanti agli occhi così com’era, alla sua velocità, e questo mi terrorizzava.»
Metto su un glorioso ultimo disco (In Utero, Nirvana) per un libro che raccoglie tre racconti, Pugni di Pietro Grossi, (Sellerio, 2006), che ha immediatamente proiettato il ventottenne autore nella cinquina del Premio Strega di quest’anno. [Continua »]