Luteum

(L’editoriale di BombaCarta nella traduzione latina di Rosa Elisa Giangoia)

Aliquot diebus ante cum amica mea loquebar. Tunica lanea reticulata rubra cum parva fascia lutea induta erat. Omnia ei aequa erant. Praesertim quod ei crines flavi et coloris candor sunt. Post aliquot temporis puncta non omnia optima esse, etiam si mihi quid discreparet clarum non esset intellexi. Non poteram oculos meos in frontem suam defigere. Postea ei dixi: – A te quaeso ut parvam fasciam tollas.- Sublata parva fascia, oculi mei suam faciem et speciem humanam reciperunt. Luteum in culpa erat. [Continua »]



BombaCarta: il fascino della soglia e la felicità bambina

Il 12 gennaio 2007 BombaCarta ha compiuto 9 anni di vita. Festeggiamo questa data con un piccolo post, che è una parte di un messaggio di Angela Caccia, coordinatrice denna nascente associazione di Crotone (le Madie) della Federazione BombaCarta. Si riferisce alla partecipazione a un incontro svoltosi a Cosenza (dove sta nascendo un altro gruppo della Federazione).

"Falls to the richter" di Li Wei

“Falls to the richter” di Li Wei

Ciò che mi/ci lega a BombaCarta e alla sua struttura è, in fondo, un’incognita. È il fascino della soglia: non sei abbastanza dentro una realtà associativa che ti impone un suo grembiulino a cui prestare eterna fedeltà e obbedienza; non ne sei abbastanza fuori per non sentire una comunanza di valori e soprattutto di umanità. Un’umanità strana, connotata dalla diversità eppure legata da un fil rouge. Attraverso la struttura di laboratori tu la ricerchi, la insegui, l’acquisti e la perdi, la recuperi e la smarrisci, ti pesa, ti allieva, ti ingombra, ma soprattutto… ti accomuna. [Continua »]


La cosa più semplice del mondo

Raymond Carver non è fra i miei autori preferiti. Capirete quanto trovi paradossale io stesso il fatto che, se dovessi indicare solo tre brani di narrativa o di poesia fra quelli che amo di più, ebbene tutti e tre sono opera di Carver (“Una pacchia”, “Cattedrale” ed “Ultimo frammento”). Da anni mi interrogo sulla questione ed ormai non posso che accettarla così com’è. L’unica constatazione che mi è possibile è che evidentemente questi brani hanno avuto su di me l’effetto di una rivelazione sorprendente: hanno squarciato un velo, tolto una benda dagli occhi. Voglio concentrarmi solo sul terzo, “Ultimo frammento”; sì per il contenuto, ma anche in virtù del senso (anche biografico) che ha per l’autore stesso: è il suo epitaffio, il che lo fa suonare come una sorta di testamento poetico. Rimando all’articolo di Antonio Spadaro su RaiLibro (o ancor meglio al testo che gli ha dedicato, “Carver – un’acuta sensazione di attesa”, Edizioni Messaggero) altre considerazioni, soffermandomi solo sul punto per me essenziale. [Continua »]


Un racconto "criminale" (giallo?)

Ecco la pagina del Diario del laboratorio di scrittura creativa di Bombacarta a Roma relativa all’incontro del 20 Dicembre 2006. Ha collaborato alla stesura del testo Agata Fuso.

I racconti “criminali” sono arrivati anche nel nostro laboratorio grazie alla prima stesura di una narrazione di Andrea. Gli elementi ci sono tutti: una casa di campagna un po’ appartata, un ostaggio bendato e malmenato, un delittuoso antefatto, una pistola, due personaggi dai soprannomi (“matto” e “maciste”) poco rassicuranti. Andrea ha un debole per la letteratura “hard boiled”, il romanzo poliziesco, il racconto giallo, ma la passione per questo genere di narrativa deve fare i conti con il rischio di costruire delle storie basete su elementi stereotipati. Bisogna saper andare oltre la patina superficiale di un immaginario alimentato da tanti film e romanzi di genere se non si vuole semplificare troppo la vicenda, banalizzare la tragedia di un destino e ridurre i personaggi a caricature.
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Oro. L'Eden a due dimensioni.

Parlando di giallo anch’io ho pensato immediatamente alle «trombe d’oro della solarità», a limoni e girasoli impazziti di luce, fiori e frutta di terre solari. Per tutto l’Oriente giallo è il colore della potenza e della gloria. Giallo è il sole che disegnano i bambini all’asilo, perché giallo è il colore che utilizziamo per simbolizzare la luce, che, di per sé è il caldo e invisibile bianco che si riversa su ogni cosa. Ma giallo puro, senza ombrosità alcuna, è l’oro. Trovo questo nesso intuitivo, ad esempio, in Nelly Sachs:

I sopravvissuti hanno afferrato il tempo
fino a ritrovarsi in mano polvere d’oro
Cantano il sole – il sole –

L’oro è segno di potere in quasi tutte le civiltà. È prezioso anche oggi, sebbene non ne sappiamo la ragione: [Continua »]


Giallo

L’altro giorno parlavo con un’amica. Indossava un maglione rosso e una sciarpetta gialla. Stava benissimo. Tra l’altro è bionda e la sua carnagione chiara. Dopo qualche minuto però c’era qualcosa che non andava, ma non capivo bene che cosa. Non riuscivo a guardarla bene in viso. Poi le ho detto: per piacere, puoi toglierti la sciarpetta? Appena tolta, il suo sguardo riappariva nella sua accessibilità umana. La “colpa” era del giallo. Il giallo le donava, la rendeva migliore, ma anche più distante, meno visibile, sebbene più brillante. L’occhio, alla fine, si affaticava. Il rosso, tra l’altro, esaltava il giallo dandogli una connotazione calda. Però il giallo accendeva il rosso. Era troppo per una conversazione rilassata. Era come se [Continua »]