Il ricamo non è un merletto e nemmeno una trina

Anche io partirò dalla definizione di una differenza: quella tra ricamo e merletto (pare che merletto e pizzo, poi, siano sinonimi). Il ricamo, per essere eseguito, ha bisogno di un supporto esistente, la tela, il tessuto; il merletto invece nasce dal solo utilizzo di filo e attrezzi quali l’ago, l’uncinetto e i ferri. Riporto da un articolo di settore: Potremmo dunque semplificare il tutto nella definizione che il ricamo è una lavorazione sovrapposta e opaca mentre il pizzo è un’inserzione o un bordo “libero” e traforato che sostituisce una parte o l’intero tessuto.
In questa definizione ritroviamo un aspetto enunciato nell’editoriale di questo mese, che esamina il rapporto fra pennello e ago, fra uno strumento che rimane in superficie e uno che la attraversa. E non si può non pensare alla lettera che Michelangelo Buonarroti scrisse a Benedetto Varchi sul raffronto fra scultura e pittura: Io intendo scultura, quella che si fa per forza di levare: quella che si fa per via di porre, è simile alla pittura. Il pennello lascia il colore sulla tela; l’ago lascia un filo che non si posa semplicemente ma “possiede” la tela.